Correspondências un progetto di scambio culturale che mette a confronto studenti dell'Università di Belas Artes di San Paolo con giovani artisti italiani e stranieri, con residenze e un'esposizione nella sede universitaria, curato da Daniela Lorenzi e Helena Freddi.
Cinco artistas: Grandes formatos un progetto itinerante, ospitato anche al SESC di Santo André, con grafiche originali di grandi dimensioni realizzate da: Helena Freddi, Daniela Lorenzi, Francisco Josè Maringelli, Augusto Sampaio e Jacques Jesion.
Marco Fragonara accompagna ufficialmente Daniela Lorenzi, il critico e storico dell'arte tiene diverse conferenze sull'incisione e stampa originale d'arte e presenta l'altelier in occasione dell'esposizione alla Casa da Palavra:
Marco Fragonara_testo di presentazione
Ricerca e senso
Proviamo ad immaginare per un istante che avvenga oggi a Milano ciò che è accaduto nella Roma del 1521, quando un esercito di Lanzichenecchi ha messo a ferro e fuoco la città, provocando effetti devastanti nell’economia, nella politica, ma anche nei modi di concepire l’esistenza tutta. Quell’evento traumatico aveva provocato come conseguenza anche la fuga dalla città di moltissimi artisti e tra essi parecchi incisori che si trasferirono in altre città d’Europa, lasciando presso le botteghe dei loro stampatori romani, lastre, fogli e progetti, risultato del loro lavoro pluriennale. Quelle lastre sono con il tempo giunte fino a noi e oggi sono conservate presso la Calcografia Nazionale della Capitale, a testimonianza della loro ricerca artistica.
Allo stesso modo, se nella nostra barbarie contemporanea, dovesse accadere un fatto simile, dell’Atelier 14 – Grafica Upiglio 22250 di Milano rimarrebbero lastre, stampe originali, grandi formati, edizioni, libri, cartelle di molti artisti e tutti quei progetti attuati nelle scuole per far comprendere ai giovani in che cosa consista la ricerca.
Chiunque abbia lavorato nelle stanze dell’Atelier, ha mantenuto tuttavia la propria personalità, confrontandosi in un discorso artistico, dove la tecnica e il lavoro dei due stampatori, Daniela Lorenzi e Daniele Upiglio, sono stati messi al servizio del risultato voluto dall’artista. Un lavoro questo di costante collaborazione che si apre anche a gallerie, ad Accademie, a enti pubblici e a privati.
Certamente, potrebbero colpire i grandi formati, alcuni giungono a misurare quasi quattro metri, veri titani di carta con i segni incisi dalla lastra con le tecniche più varie.
E poi libri, cartelle e menabò per nuove edizioni, frutto anche di scambi proficui con altri Paesi da una costa di mare o di Oceano all’altra. Tra questi si scorgono opere di giovani emergenti che utilizzano la tecnica, abbandonando ogni momentanea emozionalità, ma mettendola al servizio dell’immagine in procedimenti intenzionali e chiari.
Libera ricerca, si direbbe oggi, ma con regole precise a garanzia di ogni libertà, anche artistica.
Infine, il lavoro iniziato dall’Atelier con le scuole, le Accademie e le Università, in un’alternanza di tradizione e innovazione.
Che cosa sarebbe, infatti, la tradizione senza innovazione? Una sterile mummificazione e nulla più.
Ecco perché, accanto ai rami ritrovati di un artista antico, ripuliti e fatti passare nuovamente sotto il torchio, si possono osservare anche stampe digitali, frutto dei contemporanei mezzi tecnologici che permettono di preparare menabò per edizioni sempre nuove.
Portare alla luce, dicono i francesi per indicare il processo di stampa che dalla lastra trasferisce l’immagine sul foglio. Portare alla luce, appunto, il senso della ricerca, quella profonda che si concretizza nelle poetiche dell’Atelier e degli artisti che vi operano.
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