La carta non è più solo il luogo della memoria. Testo a cura di Andrea Del Guercio
[...] Valeria Manzi distribuisce e rivela la frantumazione iconografica della sua esistenza contrassegnata dall’impegno nella poesia. La presenza di carte piegate, unite a giochi chiaroscurali nati dal dialogo della superficie materica con la luce, lo scompaginarsi dei fogli all’insegna della sua sola sensibilità, rimanda a un profondo sentire del valore morale della memoria letteraria e di una sensibilità colta. La componente autobiografica dell’artista è data dalla messa in comune con l’osservatore del significato prezioso delle carte quale documento e medium culturale trans-teatrale. La carta non è più solo il luogo della memoria ma il tessuto, la membrana vivente nata da un processo di osmosi tra il reale e la dimensione percettivo-sensibile ; le superfici sono abitate dalla parola scritta e soprattutto dall’ombra della piega in grado di creare sottosquadri, varchi in profondità, improvvise e imprevedibili aggettanze e cambi di direzione [...]
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